Movimento Lavoratori per il Socialismo di Ostuni (MLS)
Il 1976 fu, ad Ostuni, l’anno che vide la trasformazione del’OC (m-l) in MLS. Tutti i compagni della sezione ostunese di tale organizzazione aderirono alla nuova organizzazione m-l, che vedeva nella città di Milano la sua capitale geopolitica e in Salvatore Toscano il leader indiscusso della nuova compagine rivoluzionaria che iniziava così ad avere un respiro nazionale. Ma, prima di soffermarci sulla realtà ostunese, è il caso di puntualizzare e di ricordare alcune circostanze di carattere politico, ideologico e culturale. Nel febbraio del 1976 il Movimento Studentesco di Milano (sorto nel 1968 all’Università Statale e con Mario Capanna il suo indiscusso leader) dopo un periodo di crisi e di sfibranti dibattiti, diede vita al Movimento Lavoratori per il Socialismo (Dal 21 al 29 Febbraio 1976 a Milano, si tenne il primo congresso). Nella galassia m-l, questa organizzazione ha rappresentato forse quella meno dogmatica e la più aperta all’unità della sinistra sia rivoluzionaria che riformista. Infatti, la tattica del Fronte Popolare, mutuata dalla politica antifascista dei Fronti Popolari degli anni ’30 e rilanciata nel 1935 al VII congresso dell’Internazionale comunista, indusse la neonata formazione a spendere buona parte delle sue energie nel tentativo di costruire il più ampio fronte popolare, dalla sinistra storica, ai sindacati, alle associazione democratiche di base, fin ai partiti della sinistra rivoluzionaria ed ai movimenti, nel tentativo di sconfiggere le politiche padronali, che vedevano nella DC e nella pratica aggressiva e criminale dei fascisti la loro versione politico-istituzionale e militare. La vittoria delle Sinistre alle elezioni del 1976 sembrò rafforzare questa tesi e, speditamente, la nuova organizzazione spinse in questa direzione. Se questa prospettiva che, per il periodo nella quale si sviluppò, potremmo definire moderata, segnò la linea di marcia e la caratterizzazione forte di questa organizzazione, non possiamo non ricordare che l’MLS, quanto meno nella sua fase iniziale, si pose, nella galassia m-l, come centro unificatore e, al contempo, propulsivo, delle tematiche, le più caratterizzanti, delle svariate organizzazioni maoiste e marxiste-leniniste. Se da un lato aprì ai movimenti di massa, alle loro richieste e alle loro problematiche, restò refrattaria a quanto di nuovo, creativo e ribelle la sinistra rivoluzionaria stava partorendo in quegli anni. Così come se da un lato riuscì a smascherare il carattere social-fascista, imperialista e totalmente degenerato dell’esperienza che nel mondo si era aperta con la rivoluzione d’Ottobre, dall’altro riconobbe, la positiva esperienza dello stalinismo, dimostrando con ciò tutta la cecità e l’ottusità di tale posizione e la totale incapacità critica di valutazione di quell’esperienza che ha rappresentato una delle pagine più buie e drammatiche della storia del movimento operaio e di tutto il novecento. La sua capacità di aprirsi al protagonismo dei giovani, determinò l’adesione di molti studenti a questa organizzazione, così come il suo lavoro nel sindacato determinò un discreto radicamento nel mondo del lavoro, almeno nelle situazioni dove tale organizzazione era presente e forte faceva sentire la sua presenza nel territorio. Complessivamente, il MLS caratterizzò il suo intervento politico nella battaglia per la difesa della democrazia articolandola tra pratica dell’antifascismo militante, battaglia per la messa al bando del MSI e appoggio e promozione di tutti gli organismi di massa, dal collettivo al sindacato, che considerava i baluardi incrollabili della democrazia e del potere popolare. Contemporaneamente cercò di tessere e promuovere la pratica del Fronte Popolare, nel tentativo di unire la Sinistra e di candidarla, per mezzo delle lotte di massa, al governo delle Sinistre quando prima possibile. Cemento di questa strategia, la difesa del tenore di vita delle masse popolari, del livello occupazionale e del loro reddito. In campo internazionale, invece, alla strenua battaglia contro il campo sovietico si mostravano simpatie per l’esperienza cinese di Mao Tse-tung e per l’Albania di Enver Hoxha . Dimostrando, in questo modo, una sconcertante superficialità d’analisi e di incomprensione della realtà politica internazionale. Nota decisamente positiva fu, invece, la costante promozione di attività culturali che determinò la nascita di diverse case editrici , di una casa discografica e di una catena di librerie. L’ MLS promosse la nascita del settimanale Fronte Popolare e del quotidiano La Sinistra, che uscì grazie allo sforzo straordinario dei militanti che si accollarono le spese per la sua realizzazione. Purtroppo la vita del quotidiano fu brevissima, stritolato anche dalla presenza, in quel periodo, di ben 5 quotidiani della sinistra rivoluzionaria. Va ricordata l’adesione al MLS di Partigiani come Giuseppe Alberganti e del critico d’arte Raffaele De Grada che ne accrebbero il prestigio e la conoscenza di questa giovane formazione politica. Il MLS partecipò con altri gruppi della sinistra rivoluzionaria al cartello elettorale di Democrazia Proletaria, prima che questa si costituisse come partito. Con la crisi e il progressivo declino dei movimenti antagonisti degli anni ’70, il Movimento Lavoratori per il Socialismo sentì forte la deriva politica di quello che allora si chiamava “il riflusso” (si noti l’aspetto auto consolatorio e la speranza semantica riposta in questa espressione) lasciandosi assorbire nella secca del più innocuo parlamentarismo, confluendo infatti, nel 1981, nel PDUP che a sua volta entrerà, di li a poco, nel PCI. Il MLS ha avuto due segretari, Salvatore Toscano, prematuramente scomparso in seguito ad un incidente stradale, fino al 24 Marzo 1976, giorno della sua morte e Luca Cafiero, dal 1976 al 1981. Anche ad Ostuni, come in tutta la Puglia, nelle sezioni dell’O. C. (m-l), già sul finire del 1975, iniziò il dibattito sulla possibilità o meno di confluire nel nascente MLS. Già i prodromi di questa tendenza all’unità delle forze m-l, si faranno sentire al convegno tenutosi a Milano dal 3 al 5 ottobre del 1975, convegno appunto per l’unità dei marxisti-leninisti, organizzato dalla Lega dei Comunisti, dall’O. C. (m-l) e dal Movimento Studentesco che, di li a poco, si trasformerà in MLS. Come da prassi, tale processo non sarà mai lineare. Anzi, se da una parte suscitava dibattito politico ideologico, dall’altra articolava contraddizioni che, in alcune circostanze, sfioravano il parossismo, per via dell’oziosità dialettica e delle controversie cavillose che animavano tali dibattiti e i conseguenti processi di unificazione. Infatti, il 1976 fu anche l’anno del 2° congresso dell’O. C. (m-l), praticamente in contemporanea con quello fondativo dell’MLS, se non ricordo male, entrambi a febbraio. E’ indicativo che Fronte Unito del 1 giugno del 1976, organo ufficiale dell’O. C. (m-l), pubblica una lettera aperta ai compagni dell’MLS nella quale si lamenta, alla neonata formazione, il non aver espresso un giudizio in merito alle Tesi del 2° congresso. La puglia ed Ostuni vissero le stesse contraddizioni. Ci fu, infatti, qualche resistenza, da parte di qualcuno che, alla luce del più rigido rigore verso l’ortodossia m-l, manifestava qualche perplessità in merito all’unificazione o al confluire nel MLS. Un gruppo di compagni e di compagne di Ostuni, ma che per regioni di studio si erano trasferiti a Bari, rifiutarono di entrare nell’MLS aprendo per giunta una nuova sede dell’O. C. (m-l) in via Pietro Micca, con una attività politica ridotta al lumicino, che si risolveva prevalentemente nella diffusione del giornale e poco più. I compagni della sede di via Rudia, invece, pur con la perplessità di pochissimi, aderirono totalmente alla nuova organizzazione. La sede dell’O. C. (m-l) di via Rudia fu subito chiusa e con grande entusiasmo ci trasferimmo nella centralissima via Fratti 2, a due passi dalla piazza. La sezione di Ostuni, per i pochi anni che videro la sua presenza nella nostra città, caratterizzo il suo impegno nella battaglia politica in difesa della democrazia e nella pratica dell’antifascismo. A questo proposito, numerose furono le iniziative improntate all’antifascismo militante. Va ricordato innanzitutto la mobilitazione contro i comizi di Pino Rauti e del segretario nazionale dell’MSI Giorgio Almirante, orientativamente tra il 1976 e il 1977. La bonifica delle zone tradizionalmente rosse e democratiche, come la villa comunale, il primo maggio del 1977 e l’allontanamento della presenza fascista dalle scuole in occasione dei loro volantinaggi e delle loro propaganda . Tale azione antifascista si completò con la raccolta delle firme per la messa fuori leggi del MSI. L’azione politica della nuova compagine m-l si dispiegò sia nella solita e consueta pratica di controinformazione che nell’essere da supporto a tutte quelle attività messe in essere dal movimento: il Centro di Cultura Popolare, il Movimento Studentesco, il sindacato, Radio Canale 98, il movimento delle donne, etc. Tutti questi movimenti usufruirono sempre, con alterni risultati, del contributo dei compagni dell’MLS che, a volte, nel tentativo di orientare “le masse” ne mortificarono la loro creatività. Di rilievo il contributo dato alla formazione e al sostegno alla lista di Democrazia Proletaria che alle politiche del 1976 in Ostuni raggiunse una piccola ma preziosa affermazione elettorale. Così come l’impegno profuso nel sostegno alla lista locale di Opposizione Popolare che nel 1978 conquistò un seggio in consiglio comunale nella persona di Tonino Minna. Il Movimento Lavoratori per il Socialismo organizzo ad Ostuni due festival di Fronte Popolare, uno nel 1976 dal 18 al 21 agosto in Largo Risorgimento e l’altro nel 1977, in piazza Matteotti. L’MLS avrà due segretari (l’eventuale terzo mi sfugge. Non sono neanche certo che sia mai stato eletto. Se qualcuno lo ricorda, contatti il sito e ne dia notizia), Giovanni Cavallo (orientativamente dal 1976 a 1977-‘ 78) e Filippo Blasi. Il MLS ad Ostuni seguirà la sorte dell’organizzazione a livello nazionale: sopravvivrà fino al nuovo decennio per poi confluire nel PDUP e spegnersi definitivamente nel 1984 con l’ingresso nel PCI. La rivoluzione ormai definitivamente tramontata, colorirà di grigio il ritorno al privato come unica e privilegiata dimensione esistenziale. “Il riflusso” farà sentire il suo gelo inquietante anche in un piccolo centro come il nostro. Gli anni ‘ 80, gli anni di fango, fatti di tangenti, affari e clientele chiariranno subito, e senza equivoci, la nuova dimensione della politica. Anzi, la negheranno nella sua essenza e la snatureranno nel suo significato. Anche a Ostuni.
Cosimo Pecere
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