Il 17 Aprile si vota per il referendum

Il 17 Aprile si vota per il referendum per fermare le trivelle nei nostri mari.

Bisogna andare a votare e votare SÌ. TUTTI: bisogna fare il passa-parola, e non solo in internet: bisogna raggiungere il quorum.

Attenzione!! Le trivelle in mare NON sono un problema diretto soltanto per gli abitanti delle regioni costiere dell’Adriatico, lo Jonio e il Canale di Sicilia. Intanto perché nel sottosuolo c’è “qualcosa da arraffare” anche nel Mar Ligure e nel Tirreno (Elba, Sardegna), cioè dappertutto, praticamente.

Poi al mare, in vacanza, ci vanno anche “quelli dell’interno”. E mangiano anche pesce, meglio se non petrolizzato.

E poi c’è il fatto economico: la fregatura è per tutti,

rivieraschi e montanari. Un miliardo investito nelle trivelle produce 500 posti di lavoro; se invece è investito nelle rinnovabili ne produce 17.000.

Per cui le trivelle sono una fabbrica di disoccupazione!

E le royalties italiane sono praticamente una mancia: di solito si sta intorno al 40%, minimo 30%, ma si arriva al 70% in Danimarca e l’80% in Norvegia e Russia; In Italia il 7 – 10%… praticamente noi incassiamo 340 milioni all’anno, 6€ scarsi pro-capite per noi 60 milioni di cittadini italiani.

Ti conviene mettere a rischio il tuo mare per 6€???

Perché a rischio il nostro mare ci viene messo, eccome: è già stressato, per esempio, da troppi scarichi, spesso non depurati: bisognerebbe curarlo da questi eccessi. E invece gli vogliono aggiungere anche il carico delle trivelle, un carico che non può sopportare.

Già la ricerca dei giacimenti danneggia la fauna marina

(e quindi anche la pesca) con gli air-guns, i cannoni ad aria che sparano ogni 10 secondi dei “botti” incredibili che ai pesci, ai delfini, orche, balene, eccetera provocano panico, sordità, perdita di orientamento e altri gravi problemi che spesso li portano alla morte, a volte per “spiaggiamento”.

La perforazione e l’estrazione, poi, sporcano il mare. Anche in assenza di incidenti.

E il Mediterraneo è un mare chiuso, ci vuole quasi un secolo per ricambiare le sue acque attraverso Gibilterra: figuriamoci cosa succederebbe in caso di un incidente come quello nel 2010 alla piattaforma Deepwater Horizon nel Golfo del Messico (che invece è aperto sull’oceano)… praticamente un solo incidente grave è sufficiente per uccidere tutto il Mediterraneo per un secolo… e alcune concessioni di perforazioni sono state date, nel Canale di Sicilia a meno di un miglio dal cratere di un grande vulcano sottomarino: proprio le stesse condizioni in cui è avvenuto l’incidente del Golfo del Messico…

Ma soprattutto è il modello di sviluppo, a partire dal modello energetico, che mettiamo in discussione con questo referendum. Pensare di poter continuare per tempi medio-lunghi (ma anche solo medi) a produrre energia da fonti fossili (gas, petrolio, carbone) È PURA FOLLÌA. A parte il fatto che i giacimenti stanno già nella fase discendente, stanno iniziando ora la china che va all’esaurimento, c’è il fatto “che taglia la resta al toro” del riscaldamento globale da effetto serra: molto, MOLTO prima che i giacimenti si esauriscano, l’effetto serra provocato dalla CO2 avrà riscaldato il pianeta al punto da rendere praticamente impossibile la vita all’uomo.

E allora NON C’ È SCELTA:

è assolutamente necessario iniziare ad abbandonare SUBITO la produzione di energia da fonti fossili. Gradualmente, ma velocemente e iniziando SUBITO, bisogna mettere a punto un sistema di produzione di energia rinnovabile, soprattutto solare, DIFFUSA, per autoproduzione. (Il modello della produzione di energia solare ed eolica concentrata in mega-impianti lo abbiamo sperimentato da qualche anno e abbiamo visto che NON FUNZIONA: produce prima di tutto, sicuramente scempi paesaggistici, speculazioni, accumulazione di soldi di tutti noi nelle mani di pochi, riciclaggio di soldi mafiosi… e poi produce anche elettricità, probabilmente…).

E poi c’è una questione di DEMOCRAZIA:

le possibilità di esprimerci, di decidere in prima persona della nostra vita e del futuro dei nostri figli ci viene tolta, con delle “furbate”, un po’ per volta ogni giorno. Il referendum è uno dei pochi strumenti che ci restano: non è certo un caso che alcuni furbastri incitino al non-voto, alla rinuncia di questa possibilità: vogliono essere loro (o gli interessi sporchi di cui sono i portatori) a decidere PER NOI e DI NOI. Certamente CONTRO DI NOI.

Puntano a non farci raggiungere il quorum. Hanno fatto la “furbata” di decidere una data molto vicina e diversa dalla data delle amministrative, al solo ed unico scopo di non far raggiungere il quorum. E allora noi il quorum dobbiamo raggiungerlo: Questo significa che TUTTI dobbiamo andare a votare, non solo quelli, come me, che abitano vicino al Mare, anche chi abita “all’interno” o in montagna.

Ed È FONDAMENTALE il PASSA-PAROLA.

Ti invito a diventare un “punto di diffusione” virale del SÌ : invita, a tua volta, tutti quelli che conosci ad andare a votare… e a fare il passa-parola… e così via…

E non solo in internet: la maggior parte delle persone vive ancora nella realtà reale: cambiamola, in meglio, la realtà reale…

Da questa specie di “catena di Sant’Antonio” ci guadagneremo tutti. Ci guadagniamo la salvaguardia del Mare e della Democrazia, iniziando il cammino verso un modello energetico e sociale di autoproduzione ed autogoverno delle risorse, liberati da sprechi, sfruttamento ed inquinamento.

Io penso che ne valga la pena. E TU?

Per saperne di più: www.fermaletrivelle.it

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