UN’IGNOBILE STORIA DI CACCIA ALLA “STREGA”

UN’IGNOBILE STORIA DI CACCIA ALLA “STREGA”

La vicenda di Lavinia, maestra precaria in una scuola torinese, oggetto di un linciaggio mediatico e politico, è per noi un sintomo gravissimo del clima di criminalizzazione del dissenso in atto da parte dei diversi apparati di controllo e di governo del Paese. Non è solo la cosiddetta “pancia” del Paese che si sta esprimendo, sono i ceti politici, i media dominanti che manifestano un impasto maleodorante di ipocrita perbenismo, voglia di uniformazione, intenzioni autoritarie e repressive. Lavinia, insieme a centinaia di antirazzisti e antifascisti, ha partecipato alla manifestazione indetta contro la presenza a Torino dei “fascisti del Terzo millennio”, come loro stessi amano definirsi. In una situazione molto tesa seguita alle ripetute cariche della polizia con abbondante distribuzione di manganellate, all’uso di idranti e lacrimogeni, Lavinia viene ripresa mentre in preda ad una giusta rabbia urla, in uno sfogo verbale, all’indirizzo del cordone di polizia, “dovete morire!”. Tanto basta per scatenare la gogna mediatica. Il video diventa rapidamente virale e immediatamente scatta la demonizzazione. Fra i politici è subito gara fra chi è più forcaiolo. Per Renzi andrebbe “licenziata su due piedi”, Di Maio sconfessa una sua consigliera del Comune di Torino (sarà espulsa?) fotografata (quindi connivente?) accanto a Lavinia, Salvini deve spingersi oltre: “non è necessario avviare un processo disciplinare, deve essere licenziata in tronco e non mettere più piede in una scuola!” La stampa mette immediatamente in moto lo “sbatti il mostro in prima pagina” imparato a memoria in anni di pratica al servizio dei poteri forti. Abbiamo letto un Gramellini che sul Corriere ha scritto di una “cattiva maestra … fascista perfetta. Arrogante, violenta, fanatica” oltre a richiamare la stucchevole, e sempre buona alla bisogna, definizione di Flaiano sull’equiparazione fra fascisti e antifascisti. Non sentiamo mai da questi signori levarsi una voce di condanna quando uomini in divisa aggrediscono cortei urlando: “muori zecca rossa!”, o quando vengono pestati lavoratori ai picchetti. Per loro non ci sono mai le minacce di perdere il posto di lavoro! In questa Santa Alleanza di reazionari, benpensanti, “antifascisti” di facciata in funzione elettorale, a Lavinia viene riservato un trattamento peggiore del fascio-leghista Luca Traini che a Macerata ha sparato a ogni persona di colore che ha incontrato nel suo raid terroristico. Abbiamo anche letto sdolcinate celebrazioni della funzione educatrice delle maestre, negli stessi giorni in cui un assordante silenzio mediatico viene rivolto alle 60.000 maestre e maestri diplomati nelle magistrali che sono sul punto di essere licenziati. Tutto questo mentre il nuovo contratto della scuola estende il potere dei dirigenti scolastici sui comportamenti del personale non solo a scuola, ma anche nella vita privata e politica. A insegnanti e maestre viene richiesta una vita impeccabile secondo i loro criteri, un adeguamento conformistico 24 ore su 24. In poche ore, con una rapidità sospetta, l’Ufficio scolastico regionale del Piemonte ha notificato a Lavinia la sospensione immediata dal lavoro prospettando un provvedimento di licenziamento per un comportamento di “grave condotta seppur non avvenuta all’interno dell’istituzione scolastica”. Un’infamia per lo stesso diritto liberale. Questa vicenda è il prodotto di un clima generale, della strisciante formazione di uno Stato totalitario e fondamentalista, che va contrastato senza incertezze. Siamo con Lavinia e le diciamo che non è sola, che siamo disposti a fornirle un appoggio concreto nella sua resistenza a questo grave sopruso.

I COMPAGNI E LE COMPAGNE DELLA REDAZIONE DI LOTTA CONTINUA

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