L’Italia va a rotoli da tempo per una ragione nascosta ma precisa: per chi non ha mai mutato l’uso, d’origine monarchica e più tardi fascista, di assegnare a vita i ruoli pubblici nonostante tali impieghi, da quando è sopraggiunta la Repubblica con l’acquisita sovranità popolare, siano divenuti un bene comune di proprietà dell’intero popolo italiano.
L’ambito di governo fu, sì, democratizzato ma la nostra Funzione Pubblica rimase tal quale era ai tempi del fascismo. Ed è così che ancor oggi noi cittadini veniamo caricati di indebiti pesi, ormai insopportabili, e spesso perfino criminalizzati e repressi anche senza giustificato motivo: perché politici, corrotti dalle tante lobby di potere, protetti da acritici statali fidelizzati a vita, possono emettere ogni tipo di legge dissipatoria e malvagia.
Dubbio non v’è che, lasciando la Funzione Pubblica cosl com’è, l’ITALIA (noi tutti) finirà presto ANNIENTATA.
Decidiamoci allora a riformare la Funzione Pubblica aprendola alla partecipazione di tutti gli aventi le necessarie capacità. Cacciamo via senza esitazione gli incapaci, corrotti e prepotenti affezionati al posto pubblico fisso retaggio del fascismo e fascisti quindi essi stessi e facciamo gli onori di casa a coloro i quali hanno invece cosl tante capacità da non legarsi ad alcuna casta, congrega o mafia e da non volere accaparrare a vita il bene comune.
Danilo D’Antonio
Equo Impiego Pubblico a Rotazione