Rifondazione Comunista

Rifondazione Comunista – Federazione della Sinistra di Ostuni

Da “l’americano” alla Federazione: 20 anni, o quasi, di Rifondazione a Ostuni

Di Francesco Sabatelli* e Giancarlo Scalone**

La storia del Partito della Rifondazione Comunista, ad Ostuni, inizia nell’ormai remoto 1993, quando un piccolo manipolo di giovani uomini, decisero di costituire, anche nella città bianca, una cellula del movimento politico creato da Cossuta, Garavini e Libertini.
Questi volentorosi, che rispondono ai nomi di Fillipo “L’americano” Capriglia, Giancarlo Scalone, Raoul e Veruska Geri e Fabio Clarizia, come primo atto politico, appoggiarono la candidatura a sindaco di Lorenzo Cirasino, dirigente della locale sezione del Partito Democratico della Sinistra, nonché ex parlamentare del disciolto Partito Comunista Italiano. La scelta del neonato gruppo rifondarolo di sostenere Cirasino, ebbe luogo in un momento in cui, attorno all’ex deputato comunista, si era riunito un folto gruppo di forze progressiste, che, dopo anni di “dominio” della Democrazia Cristiana, e dopo qualche censurabile parentesi socialista, già targata Domenico Tanzarella, avrebbe portato Ostuni, ad avere un’Amministrazione autenticamente di Sinistra e fortemente votata alla tutela del territorio e dei lavoratori.
Due le liste collegate al candidato sindaco, i Verdi, guidati dall’allora segretario regionale Renato Greco ed il PDS, che al proprio interno ospitava i quattro compagni del PRC, che essendo appena nato, non ebbe la forza di creare una lista autonoma.
La campagna elettorale fu davvero un’esperienza da ricordare. Cirasino fu eletto sindaco a seguito di un ballottaggio, vinto senza particolari patemi, contro l’immancabile Domenico Tanzarella, che era sostenuto dal suo Partito Socialista e da una lista civica.
Il risultato elettorale, oltre a sorridere alla coalizione, fu incoraggiante anche per i quattro compagni del PRC candidati: Giancarlo Scalone e Fabio Clarizia, ai tempi poco più che ventenni, sfiorarono l’elezione a consigliere comunale.
Sulla scia del buon successo elettorale e dell’entusiamo dei giovani fondatori, iniziò a crescere in maniera esponenziale il numero di iscritti, che nel ‘98, toccò il numero record di 50. Proprio in quel periodo, entrarono a far parte della cellula ostunese del partito, compagni storici come Filippo Epifani, Gregorio “Rino” Carella, Mimmo Germinari, Pasquale Giglio, Giuseppe “Alfonso” Francioso, Roberto De Stradis e Vittorio Francioso.
Il circolo della Rifondazione Comunista, fin dalle origini, fu intitolato a Ernesto Che Guevara, ebbe la sua prima sede in Corso Vittorio Emanuele, e fu guidato dal segretario Filippo Capriglia.
Altra tappa fondamentale, per il PRC ostunese, furono le comunali del 1999, quando dopo il buon risultato delle politiche del 1996, ad Ostuni si presentò per la prima volta una lista autonoma del movimento comunista.
In quel caso fu confermato l’appoggo al sindaco Cirasino, che anche grazie agli oltre 500 voti del PRC, riuscì ad ottenere la rielezione, battendo il candidato del centro destra, nonché ex DC Michele Coppola; unica nota dolente fu che la lista, per soli 30 voti, non riuscì ad ottenere il proprio rappresentante istituzionale, che forse – col senno di poi – sarebbe stato utile per fermare la deriva moderata che colpì Cirasino e la sua Amministrazione, che con una scelta tutt’altro che lungimirante, nominò come proprio vice, Domenico Tanzarella.
Fu proprio attorno alla figura di Tanzarella, che iniziarono ad esserci i primi malumori all’interno del circolo CHE Guevara; i compagni si dividevano tra pro tanzarella, prossimo candidato in pectore per il centro- sinistra alla carica di sindaco, e anti – tanzarelliani; proprio questi ultimi, sono coloro che ancora oggi, militano nel partito e che, con tanti sacrifici, riescono a farlo essere guida di tutte le lotte di equità sociale ad Ostuni.
Nonostante qualche mal di pancia da parte di qualche compagno, Rifondazione, anche nel 2002, decise di non rompere il fronte del centro – sinistra, perciò presentò la lista a sostegno di Domenico Tanzarella.
Il risultato fu deludente, meno di 400 voti, e il solo Filippo Epifani riuscì ad ottenere più di 50 preferenza (67 per l’esattezza); ma nonostante questo, Tanzarella decise di assegnare una delega a Rifondazione. Il dibattito interno al circolo, sulla scelta del militante da indicare come assessore fu lungo e aspro.
Molti, ritenevano utile, indicare come assessore del movimento comunista la giovane Veruska Geri, altri sponzorizzavano la salita a Palazzo San Francesco del segretario Filippo Capriglia. Alla fine, dopo un lungo dibattito, si puntò sull’ ”americano”, che ottenne la delega alla pubblica istruzione.
Purtroppo, il compagno Capriglia, nel frattempo sostituito nel ruolo di segretario cittadino da Filippo Epifani, ebbe sin da subito un comportamento poco confacente ad un militante del Partito della Rifondazione Comunista: scelte prese autonomamente senza consultare i compagni, mancati versamenti della parte spettante al partito dell’indennità di carica (versati solo in un secondo momento), ma soprattutto la votazione favorevole al progetto del ponte del pover’uomo, contro cui proprio il PRC, i Verdi, i Cobas, alcuni movimenti ambientalisti ed anche dirigenti del DS come Benedetto Farina, avevano espresso ferma contrarietà.
Proprio a seguito di questa condotta, il PRC sfiduciò Capriglia, che nonostante questo rimase nel ruolo di assessore, come rappresentante di se stesso, e non del movimento che meritoriamente aveva contribuito a fondare.
Questo evento segnò la spaccattura tra Rifondazione – che nel frattempo subì le coseguenze della politicamente censurabile condotta del suo ex segretario – e Domenico Tanzarella.
Infatti, dopo la caduta della giunta Tanzarella, avvenuta nel 2004, il PRC si fece promotore di un’aggregazione politica di centro – sinistra, che si prefiggeva l’obiettivo di essere alternativa al tanzarellismo, che ormai pervadeva l’intera politica ostunese.
All’interno di questo movimento vi erano anche i Verdi e personalità di spicco come Michele Zurlo e Bernadette Giovene, designata come candidato Sindaco della coalizone. La campagna elettorale era alle porte, tutto procedeva per il meglio, sembrava che si potesse mettere fine alla deriva clientelare figlia del tanzarellismo, finchè, inspiegabilmente, gli altri partiti, decisero di aprire all’Udc, allora guidata dal chiacchieratissimo consigliere regionale Mimmo Mele e dall’ex dirigente del Movimento Sociale Nichi Lo Tesoriere.
Rifondazione, sempre guidata da Filippo Epifani, non potè fare altre che prendere atto della scelta di quelli che, fino a poche ore prima, erano i propri alleati; scelta che sin da subito, oltre ad essere insensata politicamente, poiché spostava a destra l’asse di una coalizione progressita, fu un brodino caldo per Domenico Tanzarella, che riuscì a vincere al primo turno.
Cosa strana, che conferma la “puzza” dell’operazione dell’UDC, è l’ingresso nella squadra di Tanzarella di centristi candidati con Bernadette, come Moro e il solito Lo Tesoriere, già pochi mesi dopo le elezioni.
Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso, e con cui Tanzarella gettò definitivamente la maschera: in pratica, sotto le mentite le spoglie di compagno socialista, c’era un qualunquista, trasversalista, che solo per questioni di opportunità personale non si trovava in Forza Italia.
A quelle consultazioni, il risultato di Rifo fu deludente, neanche 400 voti, e qualche compagno iniziava a perdere fiducia nella sua militanza, in una città che – senza offesa per nessuno – si è spesso dimostrata apatica e con una tendenza “sinistra” al democristianesimo.
Fortunatamente però, le cose per il partito a livello nazionale andavano bene, anzi benissimo. Nel 2005, furono eletti 4 consiglieri regionali e soprattutto divenne presidente della Regione il compagno Nichi Vendola. Solo un anno dopo, nel 2006, si ottenne un grosso exploit alle politiche, dove soprattuto al Senato ci si impose sfiorando l’8% dei consensi.
La vita del circolo, però, ebbe uno scossone negativo, con il fallimento dell’operazione Sinistra Arcobaleno e la contestuale sparizione del partito dalla mappa dei due rami del parlamento.
Subito dopo venne il congresso, quello straordinario dell’elezione di Paolo Ferrero, già Ministro della Solidarietà Sociale, a segretario nazionale, e dell’uscita di Vendola, perché – almeno a suo parere – è troppo bravo per fare il numero due.
Ad Ostuni, ci fu un passaggio di mano tra Filippo Epifani e Giancarlo Scalone, che ancora oggi ricopre l’incarico di segretario cittadino (è anche commissario della Federazione della Sinistra).
Subito dopo il congresso, il circolo iniziò a riorgannizarsi: il 7 dicembre (del 2008) fu inaugurata la nuova sede di Corso Garibaldi, che dopo pochi mesi, nella primavera successiva, sarebbe diventato il centro di gravità permanente di tutti coloro che riconoscendosi nei valori della sinistra, avevano deciso di non appoggiare Domenico Tanzarella, divenuto ormai secolare candidato permanente alla carica di sindaco per quel che rimaneva del centro – sinistra.
Dopo tante riunioni, e dopo tanti buoni propositi, gran parte dei dissidenti tanzarelliani, rientrarono nelle fila del centro – sinistra di governo, e il PRC, insieme a quel poco di PdCI presente ad Ostuni, organizzò una coalizione di sinistra alternativa, composta dalla lista anticapitalista (PRC – PdCI), dall’IDV e da una lista civica denominata Ostuni Democratica, che sostenne la corsa a sindaco dell’ex consigliere comunale Salvatore De Stradis.
Purtroppo, dopo una campagna elettorale a tratti addirittura entusiasmante, con il consenso che, i militanti del partito, sentivano crescere giornalmente, le urne furono grame di soddisfazioni, ancora una volta meno di 400 voti raccolti, e solo un consigliere eletto (De Stradis) per la coalizione, che si era autobattezzata “UN’ ALTRA OSTUNI E’ POSSIBILE”.
Nonostante la sconfitta elettorale sia stata forte, già dal giorno dopo, i compagni, sfrattati in quattro e quatto otto, da quella che era stata la propria sede elettorale, si misero alla ricerca di una nuova casa per ripianificare la propria attività politica.
La nuova sede (quella attuale), dopo un po’ di peregrinare, è stata individuata in via Filippo Anglani 11, nei pressi di Via Diaz, e proprio lì, è partito un nuovo progetto: quello di riaggregare le forze della sinistra anticapitalista, costruendo anche ad Ostuni, la Federazione della Sinistra.
Attorno al nuovo circolo, intitolato a Sandro Curzi, si sono aggregati tanti giovani come Alessandro Prezioso, i fratelli Sabatelli, Vito Epifani, Nicola Andriola, Lorenzo Macchitella, Roberto D’Andrea, che stanno portando l’attuale Federazione della Sinistra di Ostuni, con la “supervisione” dei compagni più esperti, ad essere l’unico partito di lotta della città bianca, il più presente in tutte le vertenze dei lavoratori (Telcom, Solari, Nostra Famiglia), in tutte le battaglie contro i poteri forti (trasferimento reparti ospedalieri e corteo contro le trivellazioni), ed un centro attrattivo per tutti coloro che intendono lottare contro le ingiustizie, basti pensare alle collaborazioni strettissime con l’UDS, il Forum Ambiente e Sviluppo, il Comitato cassintegrati Telcom e il Comitato Salute Infantile.
Oltre ad aver ritrovato la connotazione di partito di lotta e di classe, il circolo, è uno dei presidi politici ostunesi più presenti sui media, locali e nazionali. Praticamente a cadenza settimanale vi sono articoli e servizi sull’attività della Federazione della Sinistra, sia quella più tipicamente vertenziale, sia quella più di connotazione culturale, come seminari e visioni di opere d’autore.
Anche da un punto di vista telematico, il partito è all’avanguardia, essendo dotato sia del profilo facebook (Federazione della Sinistra Ostuni) che di quello Twitter (FdSOstuni); in più è attivo un canale su youtube, in cui sono presenti alcune denunce civiche sui disservizi di cui è responsabile l’attuale giunta comunale.
Insomma, l’acqua passata sotto i ponti dalla costituzione del circolo della Rifondazione Comunista, fino ad oggi, è davvero tanta. Quasi 20 anni di battaglie e lotte politiche, non prive di contraddizioni e di battue d’arresto, tavolta preventivate, talvota dure ed inaspettate.
Di certo, gli attuali 40 militanti del circolo Sandro Curzi della Federazione della Sinistra, possono andare fieri della loro attività di militanza, della loro coerenza politica, e degli obiettivi che grazie alle loro lotte, si sono ottenuti; si pensi al blocco delle trivellazioni dei fondali marini ostunesi, su cui alcuni hanno cercato di mettere il cappello, ma che di certo è una loro conquista, nonché la lotta portata avanti per evitare l’ennesimo scempio della sanità pubblica, cioè il trasferimento di ostetricia e pediatria dal nosocomio di Ostuni a quello di Fasano, che di certo porterà anch’essa i suoi frutti.
Mancano, per adesso, i riscontri elettorali. Ma quelli, dato che la gente si sta accorgendo della meritorietà dell’attività di questo gruppo – ne siamo certi – non si faranno attendere. *Giurista, giornalista pubblicista e sindacalista; ma soprattutto, militante del circolo Sandro Curzi della Federazione della Sinistra di Ostuni.

**Segretario cittadino PRC e commissario del circolo “Sandro Curzi” della Federazione della Sinistra di Ostuni.

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